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LAVARSI BENE I DENTI, POCHE REGOLE DA SEGUIRE: ECCO COME SI FA

Lo facciamo due volte al giorno e dovrebbe essere un’abitudine più che collaudata, gesti da fare letteralmente a occhi chiusi. Ma lavarsi i denti davvero bene non è così banale come può sembrare, almeno a giudicare dalle tante versioni che circolano dei consigli per farlo al meglio: dall’impugnatura dello spazzolino al movimento giusto, dalla durata del lavaggio a quanto aspettare dopo aver mangiato, non c’è momento dei fatidici minuti dedicati all’igiene orale su cui ci sia sempre e ovunque un accordo. Stando a una ricerca pubblicata sul British Dental Journal, infatti, perfino le raccomandazioni degli esperti sono molto variegate mentre invece sarebbe opportuno dare poche indicazioni chiare e adatte a tutti, a cui poi associare le eventuali istruzioni “su misura” per ciascuno fornite dal dentista o dall’igienista dentale.

 

Meglio i gesti «semplici»

Lo studio, condotto da Aubrey Sheiham dell’University College di Londra, ha analizzato in dieci Paesi le indicazioni di associazioni di dentisti, libri di odontoiatria e produttori di dentifrici e spazzolini, scoprendo che ognuno di fatto dice la sua: «Esistono innumerevoli versioni sulla tecnica di spazzolamento migliore, la durata del lavaggio e quando farlo – osserva Sheiham –. Purtroppo veder consigliare di volta in volta metodi diversi confonde le persone, che invece hanno bisogno di istruzioni chiare e inequivocabili. Per di più la nostra indagine ha mostrato che non ci sono neppure dati scientifici a sostegno di molte delle tecniche più complicate, proposte da alcuni come fossero “risolutive”: la mancanza di evidenze forti a favore dell’uno o l’altro sistema contribuisce alla confusione. Anche il procedimento raccomandato più spesso, che prevede di far “oscillare” lo spazzolino avanti e indietro con movimenti leggeri, non si è dimostrato per ora migliore rispetto allo spazzolamento “base”». Morale, semplice è meglio: «Mantenendo lo spazzolino a 45 gradi, bisogna spazzolare i denti orizzontalmente e con delicatezza, insistendo nelle zone dove si concentra la placca ovvero il “confine” fra denti e gengive e la superficie di masticazione. Per evitare di essere troppo “pesanti”, basta tenere lo spazzolino come fosse una matita piuttosto che tenerlo in pugno – dice Sheiham –. Dopo aver mangiato qualcosa di dolce, per ridurre il rischio carie, bisognerebbe essere rapidissimi a lavare i denti: trascorsi due minuti i batteri già iniziano a produrre gli acidi che erodono lo smalto».

I consigli anti-carie

Evitare la carie, che riguarda oltre l’80 per cento della popolazione, è infatti l’obiettivo principale di una buona igiene orale: gli zuccheri dei cibi “nutrono” i batteri che si trovano nella placca e vengono trasformati in acidi, che demineralizzano lo smalto iniziando il processo che erode il dente portando alla carie. Lavare i denti significa fare piazza pulita delle tracce di zuccheri ed eliminare anche i batteri della placca, ma non basta: «Per prevenire la carie bisogna, fin da bambini, osservare una corretta igiene alimentare evitando i cibi troppo acidi o quelli che, una volta metabolizzati dai batteri della bocca, generano un ambiente acido dannoso per i denti – spiega Marialice Boldi, presidente dell’Associazione Igienisti Dentali Italiani –. Meglio quindi ridurre dolciumi, succhi di frutta e carne rossa e preferire piuttosto frutta e verdura fresche, pasta, riso, latticini e uova, tutti alimenti che consentono di mantenere la saliva a un giusto livello di acidità. No alle droghe, al fumo e meglio limitare le bevande alcoliche: il vino, preferibilmente rosso, si può bere ma in modiche quantità. Infine, è importante sottoporsi a una o più sedute di igiene professionale all’anno, a seconda della tipologia della propria saliva, così che eventuali problemi e piccole carie possano essere intercettate precocemente».